Dott.ssa Katiuscia Melato


Psicologa-Psicoterapeuta Transculturale

 

  “Ogni cultura fornisce le modalità con cui ammalarsi”
G. Devereux

 

 

Ansia e depressione. Attacchi di panico. Disturbi legati allo stress.

 

La nostra è una cultura basata sull’efficienza e questo porta a stili di vita che non tengono conto di quelle che sono le esigenze del nostro corpo e della nostra mente, che si basano su bioritmi naturali.

 

Per questo motivo i disturbi legati all’ansia e i disturbi dell’umore rappresentano una cospicua parte di quelli che sono i disagi psico-sociali.

 

La depressione

 

 

La depressione è un disturbo dell’umore e ne soffrono circa 15 persone su 100. Il disturbo depressivo può colpire chiunque a qualunque età, ma è più frequente tra i 25 e i 44 anni di età ed più comune nelle donne. È necessario distinguere tra la semplice tristezza temporanea o un periodo buio legato ad un lutto e la depressione clinicamente significativa: chi ne soffre ha un umore depresso per tutta la giornata per più giorni di seguito e non riesce più a provare interesse e piacere nelle attività che prima lo interessavano e lo facevano stare bene. Si sente sempre giù e/o irritabile, si sente stanco, ha pensieri negativi, e spesso sente la vita come dolorosa e senza senso (“dolore del vivere”).

 

Molto frequentemente si presentano l’astenia (stanchezza, affaticamento, mancanza di energie) e la demotivazione. Oltre a questi sintomi, la persona depressa può soffrire di un aumento o una diminuzione significative dell’appetito; può presentare rallentamento o agitazione motorie e disturbi del sonno (dorme di più o di meno o si sveglia spesso durante la notte o non riesce ad addormentarsi o si sveglia precocemente); può non riuscire a concentrarsi, mantenere l’attenzione e prendere decisioni. Il sintomo soggettivo prevalente è la sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole, si può arrivare all’odio verso di sé e spesso sono presenti pensieri di morte o di suicidio, che possono andare da un vago senso di morte e desiderio di morire fino all’intenzione di farla finita con una vera e propria pianificazione e tentativi di suicidio.

 

Il disturbo depressivo può portare a gravi compromissioni nella vita di chi ne soffre. Non si riesce più a lavorare o a studiare, a iniziare e mantenere relazioni sociali e affettive, a provare piacere e interesse nelle attività.

 

L’ansia

 

Nel linguaggio comune il termine ansia viene spesso usato in modo improprio, riferendosi a generiche condizioni di apprensione, nervosismo e stress, molto comuni nella vita quotidiana. L'ansia patologica non è un semplice disagio transitorio, ma una reazione abnorme che interferisce severamente con le prestazioni psico-intellettive, impedendo di fissare la mente su problemi e situazioni specifiche e di elaborarli, limitando la possibilità di svolgere le attività abituali.  Il disturbo d'ansia può manifestarsi in un qualunque momento della vita, spesso in corrispondenza di periodi di transizione particolarmente critici o quando ci si trova di fronte a scelte difficili. A soffrirne sono soprattutto le donne (colpite con una frequenza doppia rispetto agli uomini), i bambini e gli anziani (specie se affetti da malattie croniche). Oltre a sintomi psicologici, quali agitazione e irritabilità, la sindrome ansiosa si associa di norma a insonnia, alterazioni dell'appetito e a tutta una serie di manifestazioni fisiche caratteristiche (accelerazione del battito cardiaco, difficoltà respiratorie, aumento della sete, bisogno di muoversi in continuazione, gesti ripetitivi ecc.) che possono ridurre la qualità di vita in modo significativo.

 

Disturbo da attacchi di panico (DAP)

 

È caratterizzato dall’insorgenza in pochi minuti di un’intensa paura accompagnata da almeno quattro dei seguenti sintomi: palpitazioni o tachicardia, sudorazione, tremori, mancanza di respiro, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea o disturbi addominali, senso di sbandamento o di svenimento, brividi o vampate di calore, sensazioni di formicolio, sensazione di essere staccati da se stessi, paura di impazzire e di morire. L’episodio non deve essere riconducibile a particolari disturbi medici (ipertiroidismo o alcune malattie cardiopolmonari) o altre problematiche mentali o in seguito all’abuso di droghe o farmaci. Si tratta di una patologia prevalentemente giovanile, anche se raramente può comparire in età adulta. I veri DAP colpiscono il 3-4% della popolazione. La terapia elettiva è un mix di psicoterapia e terapia farmacologica.  

 

Disturbo post-traumatico da stress e Disturbo acuto da stress

 

Sono disturbi legati a situazioni di stress o di trauma che la persona vive come tali. L’evento può essere vissuto direttamente, assistito o vissuto indirettamente. Nel Disturbo Post Traumatico da Stress – PTSD si sperimentano risposte emotive quali paura intensa, sentimenti di impotenza o di orrore. Le reazioni post-traumatiche sono molto diverse da persona a persona ma generalmente si possono riscontrare le seguenti: stato d’animo negativo, dissociazione, evasione ed eccitazione.

 

L’evento traumatico viene rivissuto in modo persistente attraverso ricordi, sogni, sensazioni di rivivere l’esperienza, disagio psicologico in presenza di eventi che rievocano in qualche modo la situazione traumatica, reattività fisiologica. Si possono riscontrare sentimenti di distacco e di estraneità verso gli altri, affettività ridotta, sentimenti di diminuzione delle prospettive future (es. aspettarsi di non avere una carriera, una famiglia, etc.). La durata della sintomatologia è superiore ad un mese.

 

Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale o lavorativo. Può essere “acuto” (durata inferiore ai 3 mesi), “cronico” (dura da più di 3 mesi) o “ad esordio ritardato” (se i sintomi compaiono dopo più di 6 mesi dall’evento traumatico).

 

Il Disturbo Acuto da Stress – DAS è una sorta di precursore del PTSD in quanto le cause d’insorgenza sono le stesse. Esordisce durante o immediatamente dopo l’esposizione all’evento traumatico ed è caratterizzato da ansia acuta e sintomi dissociativi che durano più di 48 ore. Il decorso naturale può andare o verso la remissione spontanea o verso un PTSD. Secondo alcuni, un trattamento precoce del DAS può prevenire o almeno ridurre  il rischio di un’evoluzione verso forme croniche di PTSD.

 

Disturbo dell’adattamento

 

Un particolare tipo di disturbo che si presenta in seguito allo stress è il Disturbo dell’Adattamento, spesso conseguenza di un processo migratorio vissuto malamente. Sentirsi estranei al contesto in cui si vive può provocare malessere, senso di perdita di sé; non si sa dove andare, cosa fare, come comportarsi per riuscire a stare bene. Questo disagio, in una situazione di immigrazione, può non trovare risposta od ascolto, addirittura non può essere comunicato. Ci si sente allora ancora più stranieri. L’approccio clinico transculturale permette di affrontare questo tipo di disagio “secondo cultura”, inserendo i sintomi nella cornice culturale della persona sofferente e non inserendola in un “casellario clinico” occidentale, che rischia di impoverire la comprensione psicoterapeutica della malattia. Il lavoro clinico si concentra sul rafforzamento delle radici culturali della persona per permetterle così di “dispiegare le ali” ovvero di trovare le sue particolari modalità espressive e creative ed avere un proprio senso di “empowerment” e benessere individuale.

 

La consulenza familiare e la psicoeducazione

 

"Si canta bene solo dai rami del proprio albero genealogico" René Char

 

 

Psicologo Monza - consulenze familiari 

 

Psicoterapeuta Monza Brianza Consulenza familiare

 

Un’attenzione particolare è rivolta alle dinamiche e ai conflitti familiari.

 

Rispetto  a quest’area si effettuano:

 

Gli interventi di prevenzione riguardano due aree:

  1. interventi rivolti agli adolescenti e/o ai famigliari per la prevenzione delle Nuove Dipendenze
  2. interventi rivolti alle famiglie per arginare le situazioni di disagio scolastico e/o familiare.

 

Gli interventi clinici riguardano l’informazione rispetto ai vari disagi (disturbi dell’umore, dipendenze, stress, disagio scolastico) e le possibili strategie di risoluzione.

 

Uno strumento in particolare viene utilizzato: il genogramma familiare. Si tratta di un albero genealogico completo di avvenimenti importanti della vita e dei legami affettivi. Si disegna su un foglio o più se necessario. Non è un basato sulla logica ma segue i legami del cuore e della memoria, si lavora sulle associazioni di idee. Avviene di solito in più tappe e può essere abbandonato e ripreso a seconda del lavoro che si sta svolgendo con i pazienti.